domenica 22 novembre 2009

Bocche di Leone


Le Bocche di Leone si possono ancora vedere a Venezia, nonostante risalgano ai tempi della Serenissima. Le Bocche di Leone erano dei bassorilievi di marmo bianco che raffiguravano la testa di un leone o una faccia dall'espressione cattiva. Al posto della bocca vi era una buca per inserire dei fogli di carta con le denunce segrete dei veneziani. Le denunce potevano riguardare vari tipi di reati tra i quali l'inadempienza alla sanità, la bestemmia o l'evasione fiscale. Quindi le Bocche di Leone potevano essere collocate in prossimità degli ospedali, sulle facciate delle chiese, vicino alle case dei magistrati ma anche all'interno del Palazzo Ducale. Le accuse (seppur segrete) non potevano essere anonime e dovevano citare almeno due testimoni, altrimenti venivano bruciate dai giudici. Le denunce segrete più pericolose erano quelle che venivano presentate con l'accusa di tradimento e cospirazione ai danni dello Stato. Sembra infatti che le prime Bocche di Leone siano state introdotte dopo il tentativo di colpo di stato di Baiamonte Tiepolo, nel 1310. In questo caso, anche senza supporto di testimoni, le denunce venivano inoltrate al temutissimo Consiglio dei X che provvedeva immediatamente ad indagare sul sospettato. Iniziavano così gli accertamenti, i pedinamenti e spesso le incarcerazioni preventive ai danni dell'accusato. Il sospettato poteva rimanere per dei mesi all'interno dei Piombi o dei Pozzi, in attesa di giudizio. I Piombi (costruiti nel 1591) erano delle celle localizzate nel sottotetto del Palazzo Ducale ed erano famose perché, essendo ricoperte appunto di piombo, vi faceva un caldo terribile durante le giornate di sole in estate. Dai Piombi riuscì ad evadere il latin lover Giacomo Casanova con una rocambolesca fuga nella notte tra il 31 ottobre ed i 1° novembre 1756. I Pozzi invece erano delle celle localizzate al piano terra del Palazzo delle Prigioni, particolarmente umide e malsane. Al contrario di quello che racconta la leggenda, esse non risultavano semi-allagate durante le ore di alta marea. A quell'epoca erano poi normali le torture, sotto l'effetto delle quali i prigionieri finivano spesso per confessare dei crimini mai commessi. Tramite le Bocche di Leone e le denunce segrete furono quindi scoperti molti reati di cui non si sarebbe mai venuto a conoscenza, con gravi danni per la Repubblica di Venezia. Probabilmente però vennero anche accusati e imprigionati degli innocenti. Anche gli altri detenuti non ebbero sicuramente il trattamento riservato ai carcerati al giorno d'oggi.


8 commenti:

marshall ha detto...

Altra pagina stupenda di Venezia. Stupenda per chi la rivive oggi, ovviamente, non certo per quei disperati carcerati dei Piombi o dei Pozzi di allora. Penso che, limitatamente a certi tipi di reati, l'idea di ripristinare una sorta di Bocche di Leone, potrebbe essere ottima.
Ottimo spunto per il mio blog.
Ciao.
Mario

Fausto ha detto...

Mario: Non credo che sarebbe una buona idea quella di ripristinare le Bocche di Leone: basterebbero infatti 2 falsi testimoni per condannare un poveraccio, magari innocente. Per fortuna al giorno d'oggi, per accusare (e condannare) qualcuno, serve l'evidenza dei fatti o delle testimonianze attendibili, oppure delle prove inconfutabili. Inoltre attualmente i processi arrivano fino al 3° grado, mentre all'epoca le sentenze dei processi erano spesso inappellabili. Le rapide e sommarie indagini che si svolgevano a quei tempi portarono alla condanna a morte del povero Fornaretto, risultato poi innocente. Ma questa è un'altra storia.
Ciao.
Fausto

marshall ha detto...

Fausto,
le ragioni esposte mi hanno pienamente convinto dall'evitare di rilanciare l'idea delle Bocche di Leone, seppur in chiave moderna: sarebbe come un ritorno al passato, e di parecchio. Però, e questo si è un altro discorso, non il tuo, sono faverovole al processo breve, data la lungaggine dovuta anche probabilmente ad una certa "rilassatezza", ad un "prendersela comoda" (tanto, pensano, c'è tempo) da parte della giustizia italiana. Questa è la mia impressione, e non è certo questa la sede, ovviamente, per parlare di queste faccende.
Invece, che non è un altro discorso è quello del Fornaretto cui hai accennato; il famoso Fornaretto di Venezia, la cui vicenda è stata narrata in un famoso film.
Il luogo più opportuno dove rievocarne la storia è questo blog. Ma, se non lo farai tu, studierò la vicenda e la racconterò nel mio. In ogni caso, prenderò spunto dalla vicenda per un mio post.
Grazie.
Ciao.
Mario

Fausto ha detto...

Mario: Un post sarà dedicato in futuro allo sfortunato Fornaretto.
Ciao.
Fausto

luci ha detto...

Mi potete dire dove si trova la bocca de leon vicino a San Moisè?
Grazie Luci

Fausto ha detto...

luci: Non ricordo di aver visto una bocca de leon vicino a San Moisè (presso la chiesa?). La prossima volta che passerò in quella contrada ci darò un'occhiata anche se la zona è vasta. Potresti comunque richiedere informazioni dettagliate alla fonte dalla quale hai appreso di tale bocca de leon.
Ciao.

luci ha detto...

Questa è la mia fonte : VENEZIAENIGMA di Alberto Toso Fei pagina 120 :"Da una di queste bocche di leone situata nei pressi della chiesa di San Moisè........
Ciao Luci

Fausto ha detto...

luci: Allora credo che chiedere informazioni al riguardo ad Alberto Toso Fei non sarebbe una cattiva idea.
Buona serata.

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